Documenti - 25 luglio 2013

Lettera Presidente del 25 Luglio 2013

Gino Roberto Corazza

Carissimi Soci,

questa è la prima volta che mi rivolgo direttamente a Voi da quando ho assunto la Presidenza della nostra Società. Nei miei piani avrei già dovuto farlo, ma ogni volta aspettavo la conclusione di questo o quel punto del mio programma che, in realtà e nella maggior parte dei casi, rappresentava la logica continuazione del lavoro di chi mi ha preceduto in questa carica. Debbo, comunque, dirVi che sono stati mesi di lavoro intenso: la guida di una Società scientifica, ricca di storia e contenuti come la nostra, richiede oltre ad una applicazione attenta e continua, la capacità di mantenere il giusto equilibrio tra attitudini spesso speculari. Il rispetto verso le nostre tradizioni non deve allontanarci dalla sperimentazione e dalla ricerca di vie nuove e magari più funzionali, il forte senso di appartenenza non deve in nessun modo precludere o rallentare il dialogo con chi la pensa in maniera diversa, tutte le iniziative volte all’acquisizione dei supporti necessari alla vita della Società non possono in nessuna misura scalfire la nostra indipendenza culturale e scientifica. Come potete capire, non si tratta di un lavoro sempre facile o che lascia ogni volta tutti contenti: c’è un grande bisogno di condivisione critica che solo una vera squadra può dare e questa, Vi assicuro, non manca! Debbo moltissimo al Past-President Francesco Violi, ai Vicepresidenti Franco Perticone e Luigi Fenoglio, al Segretario Antonello Pietrangelo, al Tesoriere Beatrice Secchi ed a tutti gli amici componenti il Consiglio Direttivo.Ma veniamo alle nostre attività.

GIS

Come forse qualcuno di Voi ricorderà, avevo posto come primo punto del mio programma l’attenzione ai nostri soci più giovani e da loro vorrei iniziare. Cresce il loro numero, crescono le loro attività. Non mi riferisco naturalmente a quelle già in essere da anni (frequenza attiva e tutoraggio a corsi e scuole estive, organizzazione autonoma di manifestazioni congressuali, contributo essenziale a tutte le iniziative della ricerca indipendente), quanto alla loro aspirazione del tutto naturale (e da incoraggiare!) di essere sempre più protagonisti nella vita della SIMI. Dal marzo scorso le loro iniziative sono strutturate, ma non burocratizzate, in una serie di gruppi di lavoro (formazione, comunicazione/web, regolamento, congresso, ricerca) e l’unico pericolo che vedo è che entusiasmo e generosità possano superare le risorse personali e di gruppo. Per ciò che riguarda la ricerca, un loro protocollo originale il GIS-ITALY, sui rapporti tra Diabete Mellito di tipo 2 ed Insufficienza Cardiaca, e quattro sottoprogetti dello studio ARAPACIS sono attualmente al vaglio del CRIS. Tutti noi guardiamo con interesse e sollecitudine a queste iniziative, delle quali siamo periodicamente e dettagliatamente informati da Lorenzo Falsetti, Coordinatore nazionale del Gruppo, ma, in realtà, sono proprio i giovani del GIS ad esserci vicini e sostenerci. Semmai il nostro impegno (e forse merito) è stato quello di aver passato il testimone, di essere riusciti, nel corso degli anni e tra tante difficoltà, a trasmettere loro la nostra passione per la Medicina Interna, per la professione, per la ricerca.

Ricerca

Questo punto è strettamente connesso al precedente: entrambi hanno a che fare con il futuro della SIMI ed anche qui stiamo raccogliendo i frutti di quanto seminato dai miei predecessori. Da anni SIMI è promotrice di una attività di ricerca indipendente, su grandi temi clinici, prospettica, multicentrica, e proprio per questo naturalmente aggregante. Lo studio REPOSI, sulla polimorbidità e politerapia nell’anziano, è giunto alla sua terza fase di raccolta dati. Costituisce, incrementando progressivamente il numero di osservazioni, una sorta di laboratorio aperto dal quale attingere informazioni sempre nuove su una tipologia di pazienti in drammatica espansione. I risultati non si sono fatti attendere: 12 studi sono già stati pubblicati ed ulteriori 3 sono in corso di stampa! Lo studio ARAPACIS, sull’incidenza di arteriopatia periferica e di eventi ischemici cardiovascolari e cerebro-vascolari in pazienti con fibrillazione atriale, nonostante una start-up molto più recente, procede a ritmo spedito, sia in termini di arruolamento che di elaborazione dei risultati: i primi due lavori sono già in press sull’International Journal of Cardiology e sul Journal of American College of Cardiology. Teniamo molto all’ultimo nato: lo studio PRO-LIVER, centrato su incidenza e prevalenza della trombosi portale nella cirrosi epatica. I motivi sono vari: le principali acquisizioni sulla fisiopatologia dell’argomento sono state ottenute da gruppi internistici italiani, sono in arrivo farmaci che potranno rivoluzionare il trattamento e l'”outcome” di questa condizione, lo studio rappresenta un punto di incontro tra SIMI ed AISF (Associazione Italiana Studio Fegato). Ad oggi hanno aderito 64 strutture (24 hanno già ottenuto l’approvazione del locale Comitato Etico), 364 pazienti risultano arruolati. Dei progetti del GIS ho già detto. Tutta questa attività, come sapete, è organizzata e monitorata, compreso il puntuale invio di “news” di aggiornamento, dal nostro Centro Studi (CRIS), presieduto da Francesco Violi e del quale fanno parte Stefania Basili, Salvatore Corrao e Paolo Gobbi.

Congresso

Già nel mio programma tenni a sottolineare che la Ricerca Indipendente non rappresenta l’unico e principale indicatore della buona salute scientifica della Società. Negli ultimi anni, a mio parere, la vera novità del Congresso è consistita nella qualità e nel numero delle comunicazioni libere. Il Congresso si è trasformato, ma non snaturato. Simposi, relazioni, letture costituiscono ancora il “core” della manifestazione, che, al tempo stesso, viene ora considerata dai nostri giovani colleghi la sede più appropriata per presentare, in un clima di sana competitività, i loro risultati più recenti ed innovativi. A conferma, quest’anno abbiamo ricevuto 630 abstract, un record assoluto, e questo risultato meritava un riconoscimento. Il Consiglio Direttivo ha deliberato che le quindici migliori comunicazioni siano presentate in tre sezioni plenarie, introdotte da personalità istituzionali della Medicina Interna. Abbiamo, poi, molto meditato sul significato e sulle finalità della “SIMI Lecture”. L’opinione è che non sia tanto importante la provenienza dell’oratore o la natura dell’argomento. Quello che penso possa essere utile, in particolare ai giovani, è osservare più da vicino come sia nata e si sia sviluppata una carriera scientifica di alto livello. Attraverso quali circostanze, insegnamenti, incontri, collaborazioni, un’idea o una semplice osservazione clinica siano potute evolvere in anni di studi e decine di risultati innovativi. Affideremo, per i prossimi tre anni, la “SIMI Lecture” a ricercatori clinici italiani che da tempo, per i loro studi, detengono una posizione di primo piano nella comunità scientifica internazionale. Quest’anno il nostro Congresso si terrà ancora al “Waldorf Cavalieri”, un risultato rilevante. Come potrete vedere, il programma sponsorizzato sarà ricco e particolarmente interessante ed il merito va in larga parte condiviso con l’Advisory Board da noi cooptato. L’eccellenza dei suoi componenti ci consente di essere rappresentati ai massimi livelli in tutti i campi della Medicina Interna e vorrei, con tutto il Direttivo, riconoscere la collaborazione di Enrico Agabiti Rosei, Roberto Bernabei, Claudio Borghi, Walter Canonica, Paolo Cavallo Perin, Giovanni Di Minno, Leonardo Fabbri, Antonio Gasbarrini, Davide Lauro, Giuseppe Licata, Paolo Martelletti, Maurizio Muscaritoli, Ranuccio Nuti, Roberto Pontremoli, Giovanni Raimondo, Angelo Vacca, Dino Vaira, Guido Valesini.

Internazionalizzazione

Penso che la sempre maggiore visibilità internazionale della nostra Società, per essere realmente tale, non possa dipendere da operazioni di tipo “politico”, ma dal nostro quotidiano lavoro, individuale e di gruppo. La base di partenza è buona: SCImago, la principale agenzia di ranking, pone la Medicina Interna italiana al quinto posto nella graduatoria internazionale di qualità scientifica, prima di paesi che, come Inghilterra, Australia, Canada, Svezia, Israele, dedicano una quota consistentemente maggiore del loro PIL a scienza e formazione. Nel frattempo altri riconoscimenti non mancano. Nica Cappellini è Presidente dell’European Federation of Internal Medicine (EFIM), alla quale afferiscono ben 33 società nazionali. “L’Italia fa scuola ai giovani internisti europei” titolavano Doctor News e Quotidiano Salute del 10 giugno. Il Direttivo EFIM, infatti, ha deliberato che, per il triennio 2014-2016, sarà la SIMI ad organizzare per i giovani internisti europei i corsi della scuola di formazione estiva, che saranno diretti da Nicola Montano. Siamo tutti consapevoli che a questo importante riconoscimento corrisponderà un impegno altrettanto importante. Sempre sullo stesso versante, la nostra rivista “Internal and Emergency Medicine” rappresenta un ambasciatore sempre più autorevole delle attività SIMI. Il cammino della rivista riflette quello della Società ed in tempi in cui molti giornali, ricchi di storia e prestigio, hanno subito significative decurtazioni del loro fattore d’impatto, l’essere cresciuti del 15% ed avere guadagnato sette posizioni nel ranking mondiale di categoria costituisce un risultato certo lusinghiero, sul quale implementare nuove iniziative. Grazie a Domenico Prisco, per il suo impegno e grande capacità di Editor, e grazie allo staff della Springer.

Sezioni Regionali

Ho riunito i Presidenti delle sezioni lo scorso gennaio e da alcuni ho successivamente ricevuto un commento scritto, e sempre molto costruttivo, sull’incontro. Il quadro che ne emerge è piuttosto eterogeneo, non solo in termini di volumi di attività, di numero di soci e di rapporto soci ordinari/soci junior, ma anche di come vengono intesi e percepiti i rapporti centro-periferia. Come sapete, per regolamento, la finalità è quella di promuovere in ciascun ambito territoriale la realizzazione degli obiettivi della Società Nazionale, ma non vi è dubbio che ciò possa realizzarsi attraverso iniziative concordate e diversificate a seconda delle esigenze locali. Subito dopo, o addirittura nel corso del prossimo Congresso Nazionale, ripeteremo tale riunione focalizzandola sui suggerimenti pervenuti: la promozione del reclutamento attraverso corsi di formazione su obiettivi clinico-strumentali molto pratici, il maggior raccordo con le altre associazioni mediche della stessa area, l’organizzazione di congressi congiunti secondo criteri di “economia di scala” ottimizzando l’impiego delle risorse, il superamento di (piccoli e residui) localismi.

Gruppi di Ricerca

Vennero attivati al fine di sviluppare la ricerca e la diffusione della cultura internistica in diversi settori. I coordinatori avrebbero dovuto annualmente relazionare al Consiglio Direttivo. Ancora una volta panorama estremamente eterogeneo. Si va dall’ottimale diffusione culturale ed organizzativa dell’ecografia all’interno della Società, all’avvenuto censimento dei gruppi interessati alle “malattie rare”, ad attività che non sono neanche partite. Per una volta mi sembra non si debbano attribuire particolari responsabilità ai singoli, ma è forse la filosofia iniziale del progetto a dover essere ripensata. Una Società come la nostra, per definizione, non ha alcun interesse a parcellizzare il suo lavoro in una serie di sottosezioni subdisciplinari (gastroenterologia, allergologia, etc.). Avverte, semmai, l’esigenza di promuovere la convergenza di competenze diverse su tematiche più trasversali (la flogosi, le cellule staminali, etc.) o di grande interesse organizzativo. Il Consiglio Direttivo ha deliberato la chiusura dei Gruppi di Ricerca e la trasformazione di quelli ancora attivi in Gruppi di Lavoro, a termine e finalizzati ad obiettivi specifici. Uno di questi produrrà a breve un documento su “Medicina Interna e Sanità Sostenibile” (indicazioni al ricovero, intensità di cure ed altri modelli, appropriatezza dei percorsi, gestione della cronicità, medicina interna e territorio, a cura, rispettivamente, dei Consiglieri Sbrojavacca, Fenoglio, Montano, Perticone/Anastasio, Secchi).

Rapporti con il COLMED

Mi sento spesso con Giorgio Sesti e vi è piena consonanza, nell’ambito delle reciproche competenze, tra Giunta del Collegio e nostro Direttivo. Concordiamo sull’opportunità di istituire, già da Settembre, un tavolo comune su un’agenda riguardante, in particolare, la profonda riforma della didattica universitaria e la valorizzazione di quegli insegnamenti di pertinenza internistica, quali l’immunologia clinica, la nutrizione clinica, la medicina dello sport e dell’esercizio fisico, la medicina d’urgenza.

Rapporti con altre Società Mediche

Tratto volutamente in coda questo punto, che avevo presentato come particolarmente qualificante del mio programma. Non ho cambiato idea! Resto convinto che, in un momento potenzialmente favorevole per noi internisti, raccordarsi su una serie di punti di interesse comune e presentarsi alle Istituzioni non in ordine sparso, ma pienamente rappresentativi della Medicina Interna, possa tornare ad esclusivo beneficio della disciplina. Mi sembrerebbe un incentivo sufficientemente forte per tutti, ma percepisco un certo scetticismo (anche tra noi!). Non lo condivido: si tratta di obiettivi minimi, di parlare senza condizionamenti che appartengono al passato. La SIMI si sente sufficientemente forte per potersi confrontare con chiunque, forte soprattutto della grande considerazione che ha, in particolare, per colleghi con i quali condivide formazione, interessi, problemi e possibili soluzioni.

Piccole Modifiche Organizzative

Ce ne saranno altre, ma due ci sono sembrate prioritarie. L’apparato di Segreteria (efficientissimo come sapete, ma oberato come non immaginate) è stato potenziato dall’assunzione part-time della Dott.ssa Claudia Iannilli. La SIMI, come già altre Società, ha ora un suo Ufficio Stampa. Ne abbiamo considerati tre ed abbiamo scelto la “Star Service Communication” di Roma. Siamo convinti che la SIMI possa e debba investire su se stessa, che un minimo di rischio di impresa sia necessario e che, comunque, far conoscere le proprie attività possa costituire un importante ritorno (anche economico) per la Società.

Carissimi soci, Vi ringrazio per l’attenzione e spero di non averVi annoiati. Spero anzi che queste semplici informazioni e considerazioni vi facciano sentire più vicini e partecipi della vita sociale. Sono apertissimo a qualsiasi Vostro commento. Un grazie particolare a Fiorella, Simona, a tutto lo staff di Aristea ed Anna Miele. Per tutti l’appuntamento è il 26 ottobre in occasione del 114esimo Congresso Nazionale.

Gino Roberto Corazza

Presidente SIMI


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