Blog - 21 aprile 2020

Risk factors of fatal outcome in hospitalized subjects with coronavirus disease

Domenico Girelli

Questo studio, che include una casistica relativamente numerosa (1590) di pazienti COVID-19 ospedalizzati, individua i predittori di evoluzione sfavorevole e propone un nomogramma per uso clinico.

Tra i singoli predittori, l’età >= 75 o tra 65 e 74 anni rappresentano quelli più potenti (HR 7,86 e 3,43 rispettivamente). Da segnalare l’inclusione della procalcitonina >= 0,5 ng/ml, che ha un HR più elevato di ogni altro cofattore (8,72). Ciò sembra indicare un rischio elevato di sovra-infezioni batteriche, favorito dall’immunodepressione determinata dal virus (che causa spesso, tra l’altro, una profonda linfopenia). Questo meccanismo potrebbe contribuire in modo importante alla mortalità nei pazienti con COVID-19 grave.

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